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Roberto Benigni: da artista irriverente a cantore del sistema

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C'è bisogno di esempi, di onestà, di coerenza, non di sermoni, seppur artisticamente ben confezionati

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Alessandro Di Battista
mar 21, 2025
∙ A pagamento
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Roberto Benigni: da artista irriverente a cantore del sistema
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Non ho nulla contro Roberto Benigni, lo reputo un artista eccezionale, un attore sensazionale, un comico magnifico. Noto soltanto che negli ultimi 28 anni (da quando, nel bellissimo film La vita è bella, ha scelto di far liberare un campo di concentramento che ricordava inequivocabilmente Auschwitz dai carri armati USA) si è via via trasformato in un cantore dell'establishment.

Era scorretto, irriverente, mai banale. Nel 1980, sul palco dell'Ariston di Sanremo, chiamò Giovanni Paolo II “Wojtylaccio”. Rammento che nel 1980 il Papa, quel Papa, era quasi intoccabile. Lui lo graffiò. Ricordo Benigni prendere in braccio Berlinguer. Era il 16 giugno 1983, e su un palco allestito sulla terrazza del Pincio di Roma, Benigni “sollevò” Berlinguer umanizzandolo agli occhi dell'Italia intera dopo aver urlato con il suo stile: “Questo è un comunista autentico!”.

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Benigni prendeva in braccio Berlinguer quando Berlinguer pronunciava frasi come questa:

“Il fatto che la lotta dei palestinesi si esprima anche in forme terroristiche, e come tali da respingere e da condannare, non può far dimenticare il dramma di questo popolo senza territorio, senza Stato, privato di identità nazionale. E non può far dimenticare le responsabilità di coloro, come i dirigenti dello Stato di Israele, che cercano di cancellare questa realtà, con i metodi della repressione e della rappresaglia di massa. Il fatto che molti degli atti dei Paesi arabi siano criticabili, non può far dimenticare che Israele occupa militarmente e illegittimamente grandi estensioni dei loro territori”.

Pensate, era proprio il 1983! Hamas neppure esisteva, e per il segretario del PCI (il politico più amato da Benigni) Israele stava cancellando l'identità palestinese attraverso repressione e rappresaglia di massa e stava occupando illegittimamente i territori palestinesi.

Avete per caso sentito pronunciare al Benigni di oggi parole simili?

Oggi Benigni parla di Pace. Non trovate che sia comodo, troppo comodo, parlare soltanto di Pace senza mai condannare con forza (magari usando anche l'ironia degli artisti) i responsabili di massacri e genocidi?

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