L'esempio di Vittorio Arrigoni
Mi permetto di dare un consiglio a chi è un genitore come me: ai nostri figli facciamo vedere i video di Arrigoni. Se
“Gaza è una prigione. La più grande prigione a cielo aperto del mondo”. Sapete chi lo disse? Il grande Vittorio Arrigoni. Oggi ricorre l’anniversario della sua morte.
Vittorio non era un eroe da santino, da commemorazione ipocrita. Era un uomo libero. E la libertà, fa paura. Quando chiamiamo “eroi” persone come lui, spesso lo facciamo per allontanarli da noi, per dire che erano “diversi”. No, Vittorio era uno come noi, o meglio: come dovremmo avere il coraggio di essere. Un esempio.
Mi permetto di dare un consiglio a chi è un genitore come me: ai nostri figli facciamo vedere i video di Arrigoni. Se ne trovano centinaia su Youtube. Video che raccontano quando è iniziato il genocidio a Gaza. Video che documentano i crimini dell’esercito israeliano. E do lo stesso consiglio soprattutto ai più giovani.
Vittorio Arrigoni aveva scelto di vivere sotto le bombe, a Gaza, per raccontare la verità che i nostri media hanno sempre censurato. Non era “neutrale”, non era “equidistante”, non faceva finta di non vedere. Era schierato. E lo rivendicava.
Stava dalla parte degli ultimi, dei bambini mutilati, delle famiglie bombardate, dei pescatori bloccati da un embargo criminale.
Arrivò in Palestina all'inizio degli anni 2000. Vide con i suoi occhi l’occupazione, l’umiliazione quotidiana, il muro dell’apartheid. Nablus, la Cisgiordania, Gerusalemme. Anni duri, gli accordi di Oslo erano falliti per responsabilità soprattutto israeliana. Il primo ministro Rabin, colui che aveva firmato quegli accordi insieme ad Arafat, era stato assassinato da un fanatico sionista. Il popolo palestinese iniziava una fase della sua tremenda sofferenza. Da allora l'occupazione israeliana è stata sempre più brutale.
Vittorio non risparmiava critiche: ad Israele, certo, ma anche alla corruzione dell’Autorità Palestinese e ai metodi di Hamas. Ma non dimenticava mai una cosa: chi è occupato non può esser messo sullo stesso piano di chi occupa.
Le responsabilità storiche, politiche e morali sono chiare. Lo hanno lasciato solo. Lo Stato, i giornali, le istituzioni. Vik era scomodo. La verità costa. La verità, come diceva lui, è resistere. E allora ricordiamolo come avrebbe voluto lui: Restiamo umani. Ma davvero. Non solo a parole.
Canta canta canta , canta vittorio
Enzo Avitabile
Se attendiamo grandi cambiamenti ma siamo incerti su quale forma esattamente prenderanno, allora la nostra fiducia sarà debole. J.M.Keynes