La morte di Gonzalo Lira e le responsabilità di Zelensky
La sua storia non doveva essere raccontata, altrimenti la falsa narrazione dell'Ucraina simbolo di libertà e democrazia avrebbe subito un altro colpo
Mi occupo della morte di Gonzalo Lira da tempo. Vedere l'attenzione mediatica e politica rivolta, giustamente, al caso Navalny e poi constatare l'assoluto silenzio che c'è stato intorno al caso Lira mi ha dato il voltastomaco. Per Navalny editoriali su editoriali (ripeto, giustamente), manifestazioni, fiaccolate al Campidoglio. Per Gonzalo Lira nulla.
La sua storia non doveva essere raccontata, altrimenti la falsa narrazione dell'Ucraina simbolo di libertà e democrazia avrebbe subito un altro colpo.
La fiaccolata di Roma per ricordare Navalny venne organizzata da Calenda (un altro mediocre politico che non ne ha azzeccata una). I suoi sostenitori mostravano cartelli con su scritto “Putin = Killer”.
Sia chiaro, Putin non ha ordinato l'assassinio di Navalny anche perché la sua morte non gli è certo convenuta. E non lo dico io, lo dicono gli 007 statunitensi. Nell'aprile del 2024 (c'era Biden alla Casa Bianca, mica Trump) il Wall Street Journal ha rivelato le conclusioni dell'intelligence USA sul caso Navalny: «Putin non ordinò direttamente la morte di Navalny».
Il Wall Street Journal scrisse che tale considerazione era “ampiamente accettata all’interno della comunità dell’intelligence e condivisa da diverse agenzie, tra cui la CIA, l’Ufficio del Direttore dell’intelligence nazionale e l’unità di intelligence del Dipartimento di Stato”. Putin, per i servizi segreti USA, non ha ordinato la morte di Navalny. Sia chiaro, questo non lo assolve minimamente. Se un dissidente politico muore in carcere, la responsabilità è sempre del governo. Sempre!
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