Chi controlla l'informazione in Italia?
Albert Camus scriveva che “una stampa libera può essere buona o cattiva. Ma senza libertà, la stampa non può che essere cattiva”
Albert Camus scriveva che “una stampa libera può essere buona o cattiva. Ma senza libertà, la stampa non può che essere cattiva”. E oggi, in Italia, la stampa – nella stragrande maggioranza dei casi – è proprio questo: cattiva. Servile. Inchiodata ai voleri del potere economico. La censura esiste, eccome se esiste. Non siamo in Corea del Nord, certo, ma la censura da noi ha un’altra forma: si chiama delegittimazione, si chiama rappresaglia mediatica. Chi osa alzare la testa viene distrutto. Prendete i Patagarri: linciati mediaticamente per aver osato gridare “Palestina Libera”. In un Paese normale sarebbe libertà d’espressione. Qui è eresia.
Il punto è uno solo: chi controlla l’informazione in Italia? Chi tira le fila? Di chi sono i giornali? Non lo dice più nessuno. Un tempo si parlava – giustamente – dei conflitti di interessi di Berlusconi. Oggi invece? Silenzio. Tacciono tutti.
Il gruppo GEDI – Repubblica, La Stampa, La Provincia Pavese, HuffPost, La Sentinella del Canavese, Specchio, Radio DJ, Radio Capital, giornali locali e nazionali – è controllato da Exor, la holding della famiglia Agnelli-Elkann. Gli stessi che detengono IVECO Defence Vehicles, un’azienda che produce mezzi militari: carri armati, cingolati, blindati. Vi sembra un caso che GEDI sia tra i gruppi editoriali più a favore dell’invio di armi in Ucraina e del cosiddetto piano di riarmo europeo?
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